47 anni, avvocata. Vivo nelle Marche da quando ero ragazza, abito a Matelica con la mia famiglia, ho due figlie. Sono cresciuta in una famiglia piena di valori, persone oneste e perbene, con la cultura del sacrificio, di chi nella vita deve guadagnarsi con il duro lavoro quello che vuole e lo spirito di solidarietà di chi sente il dovere morale di stare vicino a chi è meno fortunato.

Dopo la maturità conseguita nella provincia di Caserta con il massimo dei voti, ho scelto di intraprendere il mio percorso all’Università di Camerino, all’età di 19 anni. Mi piaceva il clima familiare e allo stesso tempo l’internazionalità di quel piccolo centro che era la casa anche di tantissimi studenti provenienti da tutto il mondo. Sempre all’Università di Camerino, dopo la Laurea, ho conseguito, con lode, il Master di primo livello in Diritto, Economia e Tecnologie Informatiche e, successivamente, nel corso della professione anche il titolo di Mediatrice civile. Insomma, sono figlia di questa Università, di questa terra, e ne vado fiera.

Nel 1997 ho conseguito la Laurea e dopo 3 mesi mi sono sposata, non vivo a Matelica per caso, ma perché la amo: il buon vino, le sue colline, la sua naturale bellezza, la sua storia. Nello stesso anno a settembre è arrivato il primo sisma a sconvolgere la mia nuova vita.

Nel 2002 divento avvocata e, l’anno seguente, sono mamma per la prima volta. Inizio a sperimentare le difficoltà lavorative di una donna nel conciliare l’attività professionale e la famiglia e a condividere la mia esperienza con quella di altre colleghe e donne lavoratrici. Nel tempo conosco molte realtà che mi riportano il dramma della violenza familiare e mi rendo conto che le donne, spesso rinunciano a farsi aiutare per sfiducia o per impossibilità. Mi attivo con il Centro antiviolenza di Macerata per far aprire uno sportello antiviolenza anche nell’entroterra maceratese dove le donne hanno più difficoltà a far emergere i loro problemi.

Nel 2011 nasce lo sportello antiviolenza di Camerino, come sede decentrata di quello di Macerata, e da quel giorno ho dedicato sempre più intensamente il mio tempo a tutela delle donne vittime di violenza, andando anche nelle scuole a parlare con i giovani di emozioni, rispetto e diritti. Nel frattempo nel 2013 divento mamma per la seconda volta.

In tutti questi anni ho cercato di coniugare al meglio l’impegno professionale con la vita familiare e la passione per la politica intesa come servizio per la comunità. L’impegno è iniziato con la nascita del Partito democratico. Poi dal 2010 al 2013 sono stata eletta coordinatrice del circolo PD di Matelica, dal 2013 ad oggi membro della direzione provinciale di Macerata e dal 2018 delegata all’assemblea regionale, oggi sono nuovamente coordinatrice del circolo PD di Matelica. Ho vissuto da protagonista e in prima fila molte battaglie politiche che ritenevo giuste per il territorio e per l’ambiente, con grande autonomia di pensiero.

Nella vita sono cresciuta, giorno dopo giorno, con le mie sole forze e grazie al supporto morale della mia famiglia. Insieme siamo riusciti a superare anche l’ultimo sisma del 2016, il più grande della storia delle Marche, che ci ha fatto uscire drammaticamente dalla nostra amata casa, strappando a noi i ricordi più belli legati ad essa e cambiando radicalmente le nostre vite. Oggi a oltre 2 anni dall’ultima importante scossa che ha devastato il Centro Italia, la ricostruzione è uscita completamente dai riflettori e dall’agenda del Paese. Da 8 mesi siamo stati completamente abbandonati dal governo nazionale.

Il tempo delle passerelle è finito, è arrivato il momento di reagire. La rinascita dei territori colpiti dal sisma è una grande opportunità per tutte le Marche. Occorre tenere insieme ricostruzione e sviluppo e una legge che semplifica e accelera la ricostruzione è più che mai urgente. È per questa ragione che ho deciso di mettere la mia persona con spirito di squadra a disposizione del Partito democratico nella corsa al parlamento europeo. Vorrei portare in Europa, nelle priorità del programma, il tema “Ricostruzione” come una grande questione nazionale. A partire dalle donne che vogliono ricostruire la loro vita, nelle realtà colpite dal sisma, fino all’Europa stessa che ha bisogno di essere ricostruita dai valori e con un nuovo progetto capace di rilanciare il sogno europeista.

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