Sono nata a Roma, il 20 maggio 1975, da una famiglia con profonde radici spoletine. Da sempre. Per lunghi anni ho vissuto tra l’Umbria e Roma e a vent’anni mi sono trasferita a Spoleto per provare a realizzare il sogno che era stato di mio padre: il rilancio del Trebbiano Spoletino, uno dei vitigni di questa terra. Nel frattempo studiavo Storia Contemporanea alla Sapienza, dove mi sono laureata con una tesi sui diari dei soldati britannici in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Da allora ho cominciato una carriera nel giornalismo, prima a Radio Città Futura, dove per anni ho condotto la rassegna radiofonica della mattina, e poi nella comunicazione politica: lavorando per la Presidenza della Regione Lazio, per l’associazione Italia Futura con Carlo Calenda e poi con Lucia Valente, Assessore al Lavoro e Pari Opportunità della Regione Lazio nella prima giunta Zingaretti. Ho interrotto questa strada che ho percorso per quindici anni, quando Fabrizio Cardarelli, indimenticato Sindaco di Spoleto, mi ha chiesto di essere l’Assessore alla Cultura e al Turismo della mia città.

È cominciata allora un’avventura di 18 mesi che si è interrotta con la morte di Fabrizio e nella quale ho lavorato per dare a Spoleto un’offerta culturale durante tutto l’anno, per far conoscere le tantissime realtà associative della città, per far dialogare sempre di più arte classica e arte contemporanea, per essere all’altezza di una città che, quale ospite del Festival dei Due Mondi, è per definizione tra il locale e il globale.

Sono stati mesi nei quali ho sviluppato un rapporto con la città forte e vitale, quello che mi ha portato ad accettare la candidatura a sindaco con la Lista Civica “Ora Spoleto”. Sono arrivata al ballottaggio e non sono diventata sindaco per una manciata di voti – 86 – e da allora sono consigliere d’opposizione: in mezzo alla gente, ascoltando i problemi, promuovendo iniziative per risolverli. 

La proposta politica di Nicola Zingaretti e la sua apertura al civismo, a me che non ho mai avuto tessere di partito, mi ha subito convinto e mi ha portato ad impegnarmi nelle primarie e poi ad accettare questa sfida europea. Con molta convinzione. Perché siamo in un momento storico in cui è cruciale decidere ‘da che parte stare’ ed io penso che dobbiamo essere dalla parte di un’Italia più europea e di un’Europa più forte.

Un’Italia più europea perché l’Europa può fare molto per i nostri comuni, per il nostro territorio del Centro-Italia, per la nostra economia, per la nostra identità. Un’Europa più forte perché penso che in un mondo sempre più complicato ci vuole un’Europa più influente, più capace di proteggerci di fronte ai grandi blocchi politici ed alle grandi forze economiche del nostro tempo. E, infine, la cosa più importante. Sono la mamma di Giacomo, 10 anni, e già una bella personalità. Con qualche nostalgia per le mie assenze è lui il mio primo supporter.

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