Sono nato a Sanremo nel 1963, piemontese di ascendenza, ligure di nascita, toscano di adozione, lombardo per vocazione. Laureato in Scienze Politiche a Firenze nel 1989, dottorato a Pavia nel 1995. Sposato con Monica dal 1998. Sono professore associato di Storia delle Relazioni internazionali all’Università degli Studi di Milano, dove insegno i corsi di Storia dell’integrazione europea, Storia della politica estera italiana e, in inglese, History of Regional Integrations.

Come professore a contratto ho insegnato nelle Università di Firenze, Napoli “Federico II”, Roma Tre, Cluj-Napoca (Romania) e, come Fulbright Italian Visiting Professor (2012), nell’Università di Georgetown a Washington. Mi sono sempre occupato del processo di integrazione europea, sin dalla mia tesi di laurea su Carlo Rosselli e la sua idea di federalismo, studiando poi i movimenti europeisti e l’evoluzione delle istituzioni delle Comunità e dell’Unione, con particolare attenzione al ruolo che alcuni europeisti federalisti, italiani e non, hanno svolto al loro interno. Ho studiato a lungo l’azione di Altiero Spinelli, del quale ho pubblicato la biografia completa (Altiero Spinelli, Bologna, Il Mulino, 2008).

Credo fortemente che l’attività dei tanti che si dedicano allo studio e alla ricerca sia un patrimonio strategico per l’Italia e l’Europa, senza tuttavia abbandonare la passione civile e l’impegno, quindi mi sono anche battuto contro il disegno di impoverimento della scuola e dell’Università che è stato attuato dal governo Berlusconi dal 2008 in poi, con la riforma Gelmini; con altri colleghi ho quindi fondato la “Rete 29 Aprile” che ha promosso la protesta dei “ricercatori sui tetti” dal 2009 al 2010, sensibilizzando l’opinione pubblica sui temi della ricerca e dell’Università pubblica, libera e aperta, durante due anni di lotte di piazza e di proteste.

Una protesta che non poteva prescindere dalla coscienza che nessuna riforma nazionale ha senso se non è inserita nel più ampio contesto europeo. Sono convinto che l’Unione europea sia una delle creazioni più interessanti e significative della storia del XX secolo; ma una creazione che è cresciuta con un’agenda incentrata sulle priorità dei mercati e della finanza, con poca attenzione alla tutela dei diritti sociali e del lavoro, alla promozione della solidarietà, all’integrazione politica, alla formazione di una politica estera europea, alla integrazione della difesa.

Mai come oggi l’Unione si presenta come un gigante economico, lento e pesante, e un nano politico e sociale, timido e incerto. Sono convinto che i problemi epocali che oggi il continente deve affrontare non possano essere né gestiti né risolti dai singoli stati: per questo promuovo l’idea di un approfondimento dell’integrazione, non un ritorno all’Europa delle piccole Patrie divise e litigiose (o, se si preferisce, “sovrane”). La mia frase preferita è “la utopia de hoy es la verdad de mañana”.

E l’Europa unita è sempre meno utopia, ma non ancora verità. Renderla una verità sempre più concreta, politica e vicina agli interessi reali dei miei compatrioti è il motivo per cui mi candido e mi propongo al giudizio degli elettori.

Share: