Mi chiamo Antonio Silvio Calò, sono nato a Barletta il 7 settembre 1961 ho sempre vissuto in Veneto regione originaria di mia madre. Attualmente vivo in provincia di Treviso con mia moglie Nicoletta. Sono professore di storia e filosofia al liceo classico Canova di Treviso, liceo per cui svolgo anche attività di orientamento universitario. Da sempre sono impegnato in percorsi di integrazione e di progettazione europea.

Ho avuto l’onore di venire premiato dal Presidente Mattarella come ufficiale al merito della Repubblica nel 2015 e di essere nominato cittadino europeo dell’anno 2018 per la mia scelta di accogliere in casa 6 ragazzi di origine africana. Sono sposato da 32 anni con mia moglie Nicoletta. Insieme abbiamo una grande famiglia composta da 4 figli biologici: Andrea, Giovanni, Francesco, Elena e 6 figli accolti a casa nostra: Ibrahim e Tidjane della Guinea-Bissau, Sahiou e Mohamed del Gambia, e poi i due giovanissimi Saeed, del Ghana e Siaka, della Costa d’Avorio.

Questa scelta ha cambiato le nostre vite, lo scambio con l’altro ci ha dato una libertà di cui non potremmo più fare a meno. Mi sono fatto promotore di tre progetti: il 6+6×6 sul tema dell’accoglienza, l’orientamento per gli studenti e porta orientalis sul tema dell’abitare.

6+6×6
6+6×6 è una ricetta che ho formulato sulla base della mia esperienza di vita, di una famiglia che da 6 è passata a 12 persone. Si tratta di un modello unico di accoglienza europea. È un piano di collaborazione tra l’Europa e l’Africa che non lasci soli i singoli stati a gestire i fenomeni migratori e che sia vantaggioso per tutti. Si fonda su tre azioni: Salvare, Accogliere e Integrare, lo scopo è quello di inserire nel nostro territorio gradualmente e con delle tappe le persone in difficoltà.

La prima sfida è quella di accogliere 6 profughi massimo per ogni comune di 5.000 abitanti, 12 profughi, cioè due nuclei di sei, per i comuni con 10.000 abitanti, e così via. A questi deve essere garantita una casa e un bilancio di 5.400€ per due anni che verranno suddivisi nel seguente modo: tre mesi di accoglienza, ricostruzione e preparazione; un anno di scuola obbligatoria; sei mesi di tirocinio professionalizzante obbligatorio. Chi non accetta questa proposta verrà rimandato indietro, al paese d’origine.

Ogni nucleo di sei ospiti più gli operatori sarà seguito e accompagnato nel proprio lavoro, nel cammino da un’equipe di sei professionisti (x6) potremmo così assumere tantissime persone dal territorio di accoglienza e rendere il modello vantaggioso per tutti. Nel link vi è il progetto nel dettaglio con anche il bilancio dei 5.400€ al mese.

Orientamento
La mia famiglia è composta anche dai tanti alunni e alunne che negli anni ho avuto l’onore di poter guidare facendo il mestiere di insegnante, per questo l’orientamento è uno dei miei punti fondamentali. Sono autore di un libro per ragazzi e ragazze in cerca di orientamento rispetto al futuro: “Consigli per l’orientamento universitario.” Il mio modello di orientamento si fonda su due obiettivi: la conoscenza della situazione attuale dell’università italiana ed europea, la consapevolezza delle proprie specificità.

La scelta universitaria è un mezzo per raggiungere un fine che è la formazione e la costruzione della propria identità. L’orientamento è un insieme di scelte da fare in base all’interesse, alla passione, all’indole e alle doti. Un corretto orientamento è uno strumento essenziale per superare il classismo che costruisce delle barriere alle possibilità di tutti e tutte.

Porta Orientalis
Questo grande progetto riguarda la casa europea dei giovani. Non si può pensare di creare nuove famiglie e avere la possibilità di inventare un futuro se i nostri ragazzi non riescono ad avere la possibilità di avere una casa. Lo scopo è quello di costruire dei luoghi di abitazione sostenibili a misura di giovani, coppie e singoli, per puntare al futuro.

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